|
Sergio
Mattarella
Garante dello spirito e della lettera della Costituzione
di Francesco Nucara, Presidente
Nazionale Pri
Sergio Mattarella è
stato eletto Presidente della Repubblica. Egli viene
descritto come un uomo “grigio”, senza aperture sorridenti. E meno male,
perché in quest’ultimo ventennio troppo si è sorriso, sia a destra che a
sinistra! Ovviamente, senza fare di tutta l’erba un fascio, ma anche consci
del fatto che “allegramente” il Paese si è avvicinato rapidamente verso il
baratro economico, sociale e civile, uccidendo qualsiasi serio legame
internazionale. Chi scrive ha avuto modo di conoscere il neo Presidente all’inizio
degli anni ’80. Nella primavera del 1983 infatti, al
comune di Reggio Calabria si era determinata una condizione per cui, con il
contributo determinante del Pri, per la prima volta dall’avvento della
Repubblica, la
Democrazia Cristiana era stata mandata all’opposizione;
così per la prima volta la città si ritrovò un sindaco non democristiano. Nel
novembre del 1983, dopo lo scioglimento del Consiglio Comunale (Ah, i
socialisti, sempre loro!), si tornò a votare. Contrariamente a quanto si legge su alcuni quotidiani, fu Riccardo Misasi, calabrese
di Cosenza e alter ego di De Mita, a voler commissariare la Dc reggina,
inviando come responsabile della ricostruzione Sergio Mattarella. La
“ricostruzione” non riguardava solo i problemi interni alla Dc; riguardava
anche il riallacciamento dei rapporti con gli altri partiti che avevano
generato (secondo Misasi) quel cataclisma politico nella città più importante
della Calabria, se non atro per quantità di popolazione. Fu in quel periodo
che si stabilirono frequentazioni assidue con l’on. Sergio Mattarella: sia
chi scrive infatti, che il nostro Presidente erano
stati appena eletti alla Camera dei Deputati, nel giugno del 1983. Il
comportamento formale del neo Presidente è certamente quello di una persona
austera e poco incline alla “leggerezza”, ma anche ad Ugo La
Malfa veniva spesso rimproverato la sua severità e il suo lucido
pessimismo, tanto da essersi accreditato l’epiteto di Cassandra della
politica italiana. Di una cosa gli italiani possono stare certi: Sergio
Mattarella non farà sconti a nessuno, per il suo modo di essere, ma anche, se
non soprattutto, poiché alla vita politica non si è mai aggrappato come
ragione della sua esistenza. La sua vera esistenza è stata volta agli studi e
alla famiglia. Una famiglia che non è stata solo la sua in senso stretto,
poiché Egli, giustamente, si è voluto fare carico dei nipoti, rimasti
tragicamente orfani di padre. Per quello che so da un suo amico d’infanzia
Egli, come i suoi fratelli, è stato educato in modo spartano e severo. E i
frutti si vedono tutti. Sergio Mattarella è un cattolico fervente, ma i
riferimenti più solidi che il Pri ha avuto nella Dc
sono stati Aldo Moro e Alcide De Gasperi, i quali certamente non erano meno
cattolici del nostro Presidente. Entrambi i succitati avrebbero voluto un
esponente repubblicano come Presidente della Repubblica: Alcide De Gasperi si
batteva per Carlo Sforza, e Aldo Moro per Ugo La Malfa. Non
sarà certamente l’appartenenza al cattolicesimo che ci può fare velo su una
persona specchiata come Sergio Mattarella. Egli sarà un vero garante della
Costituzione, ancora più di quanto non lo sia stato il suo predecessore, al
quale va comunque la nostra stima e la nostra riconoscenza per essersi
adoperato, con fermezza, coerenza e instancabile impegno, a salvare l’Italia dai tanti Schettino della nostra politica.
Roma, 2 febbraio 2015
|
|